giovedì 14 settembre 2017

Il potere del potere

Quante volte lo hai visto succedere? Sapresti contare le volte in cui hai visto una persona abusare del proprio potere? Iniziando dallo schiaffo di un genitore ad un figlio, il compagno che manipola l'altro rubandogli lo spazio della propria vita, il datore di lavoro che come tale crede di avere il diritto su chi lavora per lui, il dittatore che abusa di un potere preso con violenza. Sai bene di cosa parlo, ne sono sicura.



Ne ho visti di bambini schiaffeggiati dai genitori. Non è strano. La legge italiana non ne dice nulla! Ne ho visto di mariti abusare del potere sulle mogli e anche viceversa. E ne ho visti di datori di lavoro abusare del proprio potere contro i propri dipendenti. Una volta - nel lontano 1985 - avevo un contratto di commercio di quarto livello ma la proprietaria dell'azienda non amava pagare gli stipendi. Io avevo appena 21 anni e ebbi la faccia tosta di chiederlo. Me lo ha dato! Tutta contenta scesi dalle altre impiegate e raccontai a loro la bella notizia. La Signora M. divenne furiosa! E mi disse che lei era il datore di lavoro e aveva il diritto di pagare chi voleva. Aveva voglia di pagare solo me quei giorni e così fece! Rimasi a bocca aperta.

Quando trovai un altro lavoro vicino casa non rimasi quindi sorpresa quando il datore di lavoro sparì durante i giorni di paga. Dovetti cercarlo in una sala da giochi. Mi pagò e lasciai il posto. Fortunatamente cambiai lavoro. Il successivo datore di lavoro pagò gli stipendi regolarmente ma vidi qualche cliente che non lo faceva. Una volta i suoi dipendenti lo aspettarono sotto casa per riuscire a prendere gli stipendi.

Ne potrei raccontare di tutti i colori, sia cose vissute sulla mia pelle che raccontate dai miei tanti alunni e clienti.

In Italia ci sono datori di lavoro che, in quanto tali, credono di avere qualsiasi diritto su di te. Non conoscono i contratti, non sanno quante ore a settimana dovresti lavorare e che vanno pagati gli straordinari. Non sanno che ogni livello ha determinate mansioni e si permettono di renderti piccolo, piccolo. Perché succede questo? Perché il lavoratore ha bisogno di lavorare. Perché spesso non si ha una scelta. E loro lo sanno molto bene.

Ho visto anche degli insegnanti abusare del proprio potere. Un liceale che si permette di contraddire un professore può rischiare di non ottenere la sufficienza nella materia di costui. Un alunno di una scuola media si è permesso di mettere in questione una nota ed dovetti subire una sequenze di interrogazioni in maniera ossessionante.

L'abuso di potere. Ci si nasce, ci si cresce, ci si diventa o si ci abitua. Molti vogliono il potere. Perché il potere dà potere. Sugli altri.

domenica 18 dicembre 2016

Dire Straits a Roma - che emozione!

Sembravano proprio loro - i Dire Straits! Invece erano una loro coverband romana - i Waterline. Li ho scoperti per caso ed è stato amore a prima vista. Ho attraversato la strada ed erano li - alla pizzeria di Luigi. Mi hanno fatto passare una serata ... MERAVIGLIOSA!





Nel 2000 il chitarrista Maurizio Campagnano ha incontrato per caso Giovanni Pascale. Giovanni cantava e Maurizio è rimasto colpito da quanto la voce di Giovanni assomigliasse a quella di Mark Knopfler. Maurizio era appassionato dei Dire Straits ed aveva passato 3-4 anni ad imparare a suonare come Knopfler. È iniziato così una storia che ormai dura da 16 anni. Hanno creato una cover band e suonano insieme a Stefano Capotosti al basso, Enrico Rossetti alla batteria e Jurij Silvestri alla tastiera. Il suono è incredibilmente simile a quello originale. La voce di Giovanni esprime tutto quello che poteva esprimerti Mark e quando Maurizio si lascia andare in quei pezzi di chitarra complicatissimi...puoi anche chiudere gli occhi e volare.





Perchè i Dire Straits? 
Nel 1978 Maurizio e Giovanni sono rimasti incantati dal suono "pulito" che veniva dalla musica di Knopfler. In quell'epoca di rock Maurizio suonava già la chitarra. Ha suonato con artisti importanti, come Angelo Branduardi ed altri. Usava il plettro come facevano la maggior parte degli artisti famosi in quei anni. Mark Knopfler no. Lui usava le dita. E le usava in un modo del tutto originale e in modo molto dolce. Maurizio ha deciso di imparare. Ci è riuscito benissimo!



Giovanni che parla romano in modo simpaticissimo canta benissimo in inglese. Racconta che ha studiato i testi e si sente. Posso anche chiudere gli occhi e pensare che sta candando lui - Mark. Non nascondo che mi commuovo quando è arrivata l'ora dell'ultima canzone - la mia preferita - Romeo and Juliet.




Si riesce a vivere dei propri sogni?

È dura ma si può fare. Parlo con il giovane batterista Enrico Rossetti, che mi racconta che ha dovuto combattere contro molte persone per convincerle che sarebbe stato in grado a realizzare il suo sogno - vivere di musica. Io adoro sentire storie di giovani che riescono a fare questo. Maurizio si sbriga a dire che questo è qualcosa che non dovrebbero fare soltanto i giovani. Anche noi "più grandi" abbiamo bisogno di sogni - e abbiamo bisogno di realizzarli. 

Giovanni

Maurizio

Enrico

Stefano

Loro non suonano "soltanto" i brani dei Dire Straits. Hanno una vena creativa e hanno già pubblicato qualche CD. In questo momento Maurizio sta lavorando su un nuovo CD. Avrò qualche pezzo in anteprima e non vedo l'ora!

Un grazie speciale a Luigi della pizzeria di fronte casa che ha portato un gruppo così importante!. D'ora in poi li seguirò ovunque! Buona fortuna!



Potete seguire i Waterline su facebook e sul loro sito: http://www.waterlinecoverband.it/


venerdì 25 novembre 2016

25 novembre - La giornata internazionale contro la violenza sulle donne

Subisci violenza dal tuo compagno? Ti senti sola e non sai con chi parlare? Forse non sei neanche sicura se quello che subisci si può chiamare violenza? NON SEI SOLA! E se hai qualche dubbio, chiama un centro di antiviolenza per le donne dove potrai parlare con esperti. La violenza domestica ha molte forme diverse e crea ferite che a volte sono invisibili!



In Italia nel 2014 sono state uccise 152 donne che avrebbero potuto essere salvate, 117 di loro sono state uccise in ambito familiare. Una donna su tre è stata uccisa a mane nude dal compagno o ex-compagno in un momento d’ira. In Italia ci sono più di 7 milioni di donne che subiscono violenza. Secondo il giornale  La Repubblica la violenza contro le donne sta crescendo al nord del paese mentre diminuisce al sud. 

Non sempre la violenza inizia con uno schiaffo. A volte non arriva per niente. Ci sono varie forme di violenza e quella psicologica è un enemico difficile da riconoscere. In tutte le forme di violenza è presente quella psicologica. A volte diventa fisica, a volte no. Sarebbe bene stare attenti ad alcuni segnali d'allarme quando si inizia una relazione. Se ti riconosci in alcune di queste affermazioni dovresti aprire gli occhi. Rivolgiti a un centro di assistenza per donne maltrattate. 

  • Il tuo partner vuole che facciate cose e altre attività insieme senza gli altri e tu ti   senti sempre più isolata. 
  • Hai smesso quasi del tutto di frequentare la tua famiglia d'origine.
  • Hai perso interesse per cose che prima ti piaceva fare.
  • Hai smesso di parlare con altri uomini/donne perché lui è troppo geloso.
  • E’ difficile fare programmi perché il suo umore cambia tanto in fretta.
  • I progetti del tuo partner vengono sempre prima dei tuo
  • Ti vergogni per come ti lasci trattare e eviti pertanto gli altri.
  • Accade che fai sesso per il quieto vivere in casa benché tu in realtà non ne abbia voglia.
  • Sei spesso insicura delle tue opinioni e lasci che lui/lei ti convincano delle proprie.     
  • La tua autostima e sicurezza in te stessa sono diminuite.
  • Sei sempre sull’attenti per evitare di irritare il suo umore.    
  • Rifletti sulle frasi e le modifichi prima di esprimerle così da renderle accettabili per lui.   
  • Il tuo partner vuole avere il controllo dell’economia e capita che tu faccia acquisti di nascosto                 



Ti senti come se stessi vivendo la vita di un’altra persona e pensi i pensieri di un’altra persona? Contatta un centro antiviolenza vicino a casa tua! Non sei sola!



giovedì 27 ottobre 2016

È morto Roberto

È morto Roberto. Roberto chi? Roberto Nonloso. Non so come si chiamava e non so chi era.  A dire il vero non conoscevo neanche il suo nome fino a ieri. Eppure. Questa notizia mi ha resa tanto triste...



Foto: flickr.com Eugenio Zaffagnini N.B. L'uomo nella foto non è Roberto


Ieri un mio alunno mi ha dato una bruttissima notizia. "Hai saputo che è morto Roberto?" mi ha chiesto. "Roberto chi?" ho risposto. Mi ha spiegato di quel uomo che camminava nel quartiere con il cane. "Sai, quel uomo con i capelli grigi che fumava." Ho capito subito chi era. Lo vedevo spesso. A dire il vero lo vedevo da anni ma non ci avevo mai parlato. Non era capitato, ecco. Spesso era al bar quando ancora fumavo e compravo le sigarette e lo era anche fino a poco fa quando mi ci fermavo a comprare il latte. Spesso lo vedevo in giro con il cane. Pensavo che fosse il suo. Lo trattava con gentilezza e amore. Non era il cane suo.

Roberto non era più sposato. La sua storia per bene non la so ma so che non aveva più una casa  perché non era più sposato. Aveva perso il lavoro. Ma non sembrava davvero una persona senza casa. Non era trasandato. "Beh, si." diceva il mio alunno. "Aveva i capelli un po' lunghi". "Ma dai!" ho detto io. Oggi hanno quasi tutti i capelli un po' lunghi!"

Nel quartiere ci abita una donna che non sta bene e che non può più portare a spasso il suo cane. La donna ha offerto a Roberto un posto da dormire in cambio alle passeggiate con il cane. Roberto ha accettato. Dormiva nel garage della donna. Aveva un tetto.

Poi...si è ammalato. "Beh, fumava." mi disse il mio alunno come se fosse certo che si ammala se si fuma. Il ragazzo era visibilmente scosso. Credo che lo erano quelli che lo conoscevano. "È morto da solo." mi disse. "Prima lo hanno messo all'ospedale con i malati terminali e poi lo hanno mandato a casa. A casa. Nel garage. E li è morto da solo. Nessuno dovrebbe morire da solo."

Ho avuto qualche difficoltà a finire la lezione. Ho sofferto con lui. Roberto. Chiunque era realmente. Nessuno dovrebbe morire da solo. Nessuno dovrebbe morire in un garage.

giovedì 22 settembre 2016

Fertility day. I miei umili pensieri su quest'argomento...


Foto: Il grandissimo fotografo svedese. Lennart Nilsson. http://fotografiska.eu/utstallningar/utstallning/ett-barn-blir-till-2/
La fertilità - un problema grosso. Personalmente ci ho messo 8 anni per fare due figlie. So benissimo cosa vuol dire desiderare un figlio ed ogni mese stare lí ad aspettare, sperare per poi ...piangere e disperarsi. So benissimo cosa vuol dire quando l'atto d'amore diventa un atto di fecondazione programmata. So benissimo cosa vuol dire mettersi a dieta per vivere sano e magari cercare anche di smettere di fumare....So cosa vuol dire, credetemi, soffrire. Non mettete il dito nella piaga. Quando non riuscivo ad avere figli ho fatto tutti esami possibili ed immaginabili. Non avevo niente che non andava. Tutto bene. Sana - in salute. Beata. Ma i figli non venivano. A volte il problema non è fisico. I problemi possono essere anche psicologici e qui il problema non è piu così semplice come smettere di fumare o alimentazione corretta. A volte per concepire un figlio ci vuole serenità.

Ci sono, però, tanti bambini nel mondo che sono bisognosi di amore. Bambini soli. Bambini con bisogno di genitori. Ho la fortuna di conoscere figli e genitori adottivi e posso dirvi che amare un figlio è una cosa bellissima. A prescindere se nato da te o no. Amare una creatura, vederla crescere, aiutarla a formare e diventare adulta e responsabile è un dono. Perchè non rendere questo dono raggiungibile a più persone? Perchè non creare un "Adoption Day" per aiutare le persone che vogliono adottare a capire meglio come si fa?
Io - quando non riuscivo ad avere figli - ho avuto un gran sostegno dai medici del consultorio familiare della zona che mi hanno dato tutti i consigli del mondo - ma nessuno che veramente mi avrebbe saputo davvero aiutare in un processo di adozione. Perchè non inserire nel consultorio familiare una figura di aiuto in caso di problemi di fertilità? La lista su cosa si potrebbe fare sarebbe lunga. Aiutate le persone che voglio avere figli ad adottarli. E aiutate figli senza genitori ad averli. Amore.

Perchè inoltre non creare una giornata per promuovere più asili nidi gratuiti e aiuti economici per chi vuole un figlio? Perchè non dare sussidi scolastici ai genitori per far studiare i figli, anche se non muoiono di fame? Se prendiamo il Fertility Day come primo step per far nascere i figli va bene. Attendo il resto.

mercoledì 14 settembre 2016

E tiriamo ancora i sassi - in memoria di Tiziana

In certi paesi la lapidazione è ancora usanza. Io e molti con me abbiamo protestato tramite diverse organizzazioni quando abbiamo letto che qualche donna doveva essere lapidata per prostituzione o adulterio. In paesi come Arabia Saudita, Sudan, Pakistan e Yemen si uccidono ancora donne per questi motivi, spesso anche senza sentenza. Nel mondo occidentale funziona diversamente. Qui la sentenza si fa sul social network e poi si aspetta che la persona si toglie la vita. Si tirano i sassi come in certi paesi islamici ma poi si ritira la mano e lo sguardo, sentendosi puliti. Tiziana aveva 31 anni. Ha tradito il suo fidanzato. Un video del tradimento ha girato sulla rete. Ora è morta.
 

Foto: flickr.com Lola Oltman N.B. La foto NON rappresenta Tiziana!

In alcuni paesi islamici si usa la lapidazione. Nel vecchio testamento viene menzionata parecchie volte come punizione da adattare. Ma poi - con il nuovo testamento cambia tutto. "Chi di voi è senza peccato, scagli la prima pietra contro di lei", disse Gesù secondo il nuovo testamento. Non importa se ci credi o no. Il fatto è che mi aspettavo che il cervello umano sarebbe sviluppato di più di così in un paese dove le chiese sono sempre piene. Ma non è così. In tutto il mondo si fa, e anche in Italia si ama giudicare e condannare. 

Foto: flickr.com Silvia L. Billet

Tiziana non c'é più. Aveva tradito il suo fidanzato e un video del tradimento ha girato sul web. Tiziana ha provato una grande vergogna e si è impiccata con un foulard.  Era caduta in depressione ed ha cambiato cognome. Ma il video ha continuato a girare. Da un primo gruppo ristretto di Whatsap ha girato poi da un Smartphone a Smartphone finchè è diventato un video sul web. Tiziana è stata insultata sulla sua bacheca  e nella vita, a tal punto che alla fine ha dovuto lasciare la città dove viveva - Napoli.

Foto: www.net1news.org

Il suo avvocato aveva citato in giudizio Facebook Ireland, Google, Yahoo Italia e Youtube e i responsabili della diffusione del video, ottenendo un provvedimento d'urgenza dal tribunale del Napoli Nord per rimuovere il video. Troppo tardi. Tiziana era già stata lapidata. Lapidata dal giudizio della gente che si crede senza peccato e migliore degli altri. 

Fonti: Metro, La Repubblica e altri
http://napoli.repubblica.it/cronaca/2016/09/14/news/alla_gogna_per_video_hard_si_uccide_a_31_anni-147739583/?ref=HRER1-1

venerdì 17 giugno 2016

Il mantenuto e la casalinga



Foto: flickr.com Lucy Rendler-Kaplan

Aprì la porta di casa e chiamò un’ultima volta i bambini. Era tardi e dovevano sbrigarsi per fare in tempo ad arrivare a scuola prima dell’inizio delle lezioni. Lui si alzava presto la mattina ma era sempre difficile insegnare ai gemelli ad organizzarsi bene la mattina. Sua moglie era già andata in ufficio...

 

Lei sì che aveva un ufficio in cui andare. Un posto dove sentirsi utile e grazie al quale riusciva a portare a casa uno stipendio. Lui invece... Lui il lavoro lo aveva perso 3 anni prima e per quanto avesse cercato non era finora riuscito a trovare nulla di serio. Dopo una certa età sembrava un’ impresa impossibile. Dallo Stato non gli arrivava più un soldo. Aveva fatto centinaia di lavori a nero e migliaia di colloqui di lavoro sempre con lo stesso risultato: “Le faremo sapere Sig. Rossi”. Ma nessuno gli faceva mai sapere un bel niente. E quindi si ritrovava ad occupare le sue giornate come meglio poteva tra un lavoretto e l’altro. Badava alla casa, ai bambini e alla moglie. Adriana non si faceva mai mancare l’occasione di rinfacciare che tutto quello che si faceva era con i soldi che guardagnava lei. Persino il cibo, che a lui piaceva tanto, era frutto delle giornate della moglie. Lui era – e si sentiva – un mantenuto.

I gemelli correvano contenti per le scale. Fuori c’era una lieve nebbia che prometteva bene. Ci sarebbe stato il sole. Almeno quello.Il Sig. Rossi stava per chiudere il portone quando sentì dei passi veloci dientro di sé. Si girò per guardare chi era e per tenere la porta ancora aperta per un po’. Era la Signora Belli, la vicina di casa. Una casalinga elegante e sempre sorridente.

“Buongiorno!” disse lei con un sorriso splendente.
“Buongiorno!” rispose lui.

Anche lei aveva due bambini con sé ed erano tutti diretti verso la stessa scuola. Lui e lei avevano gli stessi compiti da svolgere durante la giornata; prima i figli a scuola, e poi si badava alla casa fino al ritorno del coniuge. Eppure tra i due c’era una grande differenza; lei era una casalinga, lui un disoccupato mantenuto.