domenica 12 ottobre 2014

Il mio amore per l'Italia


All'età di tredici anni, abitavo in Svezia, nel Nord immerso in grandi laghi e vasti boschi, nella piccola città di Sundsvall, quando mio padre decise di portarmi in viaggio in Italia: fu amore a prima vista. Da allora, quando ero adolescente, continuai a viaggiare qui ogni estate, fino a trasferirmi a Roma, molti anni fa…

Foto: Giuliano Lustrati 

Sono una straniera che vive in Italia e amo questo paese. Certo è difficile vivere in Italia.  Molte persone vanno a letto esauste ogni sera perché lavorare soltanto otto ore al giorno non basta per mantenere una famiglia e pagare tutte le spese. Lo stato è praticamente inesistente e spesso bisogna saper usare la fantasia per riuscire a pagare tutte le cose che invece si ricevono dallo Stato in altri paesi. Gli stipendi sono bassi, gli affitti alti – qui a Roma spesso non basta uno stipendio intero per pagare un affitto! Ma non è questo, quello di cui voglio scrivere oggi. Nonostante il fatto che l'Italia è un paese pieno di conflitti e difficoltà, è un paese che amo e oggi voglio rendervi partecipi di questo mio amore.

Solidarietà. In Italia non ho mai incontrato molte persone che soffrono della sofferenza forse più grande che esiste in Svezia: la solitudine. Qui in Italia amici, familiari e parenti si prendono cura l’uno dell’altro. Io stessa posso contare su almeno una ventina di amici, nella zona in cui vivo, che farebbero di tutto per me. Giorno e notte. So che ci sarebbero per me, così come io ci sono per loro. Qui si da e – e si riceve. E quando si ha bisogno di aiuto, si chiede.

 Gli italiani sono un popolo generoso. I magazzini di chiese e comunità sono pieni di cibo di tutti i tipi che sfamano moltissime persone in Italia. Tanti volontari lavorano gratis in queste organizzazioni. Ho visto alcune di queste comunità dall’interno e oso dire che molte persone in Italia morirebbero di fame se non fosse per queste persone generose.

Cultura. Da quando vivo appena fuori Roma ho solo bisogno di prendere un autobus e una metropolitana per raggiungere uno dei più potenti centri culturali del mondo. La Città Eterna può davvero saziare tutte le persone affamate di storia e cultura. Conosciamo gli splendidi monumenti che si donano ancora alla nostra ammirazione dopo più di duemila anni. Qui ci sono sempre mostre d’arte, concerti e molte altre iniziative.

Il clima. Non penso che ho bisogno di dedicare tante parole a questo tema. Quale svedese non sogna un clima più caldo? Certo, in inverno piove a volte e le case sono molto più fredde di quelle svedesi, ma dura poco. Presto arriva la primavera e da maggio ad ottobre puoi tranquillamente indossare dei sandali.

Il cibo. Potrei scrivere un libro intero sul cibo italiano. La cucina italiana è davvero ottima e si sa che la dieta mediterranea è una dieta sana. L'olio d'oliva riduce il rischio di avere colesterolo alto e di infarto. Le verdure sono servite ad ogni pasto e sono una pietanza economica. Spesso bastano due piatti per includere tutto il fabbisogno di carboidrati, vitamine e proteine. E molto spesso si conclude il pasto con della frutta. Le famiglie mangiano insieme e si sente il calore a tavola. Mangiare in Italia fa bene sia al corpo che all’anima…



Vorrei scrivere qualcosa di positivo anche su alcune cose che si riceve grazie alle tasse in Italia. Molte, anzi troppe, cose si pagano qui ma ci sono due cose in particolare di cui sono molto grata e sono felice di dire che le si ricevono gratis. L’assistenza sanitaria e la scuola per i primi 5 anni.

L’assistenza medica. Tutti hanno il diritto ad un medico di famiglia che riceve ogni giorno della settimana lavorativa e non si paga niente per questo servizio. Nei casi più gravi, il medico fa anche visite a domicilio. Quando lo studio medico è chiuso si può chiamare la guardia medica.  Si può scegliere il proprio medico di famiglia e non costa nulla andare in ospedale. Personalmente mi sono trovata bene in ospedale quando ci sono stata. Il mio medico di famiglia è venuto a salvarmi a casa un paio di volte quando stavo così male che non potevo proprio andare al suo studio. È bello avere il proprio medico, perché conosce te e la tua storia.

La scuola. Per i primi 5 anni di scuola i libri sono gratis in Italia. Purtroppo bisogna pagare la mensa nel caso i figli restino a mangiare e non si trova neanche la carta igienica nelle scuole a meno che non siano i genitori a comprarla.. Ma – torniamo ai fatti positivi: la qualità della scuola italiana è ottima.

Famiglia. Devo dedicare alcune parole alla famiglia. L'intera società italiana è costruita sulla famiglia, e non esisterebbe senza di lei. La famiglia discute i problemi per risolverli insieme. I nonni si occupano dei bambini mentre i genitori lavorano, nel momento in cui non possano permettersi di lasciarli all’asilo nido prima che compiano 3 anni e vadano alla scuola dell’infanzia. Molte anziani vivono con i loro figli adulti, e succede anche che i figli adulti vivono in casa con i genitori anziani. Quando una persona anziana non è più autosufficiente, spesso è troppo costoso vivere in case di riposo e si sceglie di abitare con uno dei figli. I figli, d'altra parte, anche se adulti, spesso non possono permettersi una casa propria e sono costretti a vivere con i genitori. Questo può naturalmente essere uno svantaggio tale per cui non si diventa mai veramente "liberi", ma quantomeno grazie alla famiglia si può sopravvivere.

L'Italia è un grande paese e ha molto da offrire ai turisti che lo vogliano visitare. Qui si può sciare in inverno nel nord e nuotare nelle località sulla costa da maggio a ottobre. Buon cibo e cultura sono presenti in tutte le regioni del paese. L’ Italia è la nazione che ha il maggior numero di siti inclusi nella lista dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO. L’Italia ne ha 49 e viene seguita dalla Cina che ne ha 47 e la Spagna che ne ha 44.






Lavoro minorile – cosa possiamo fare noi consumatori?


Nel mondo circa 200 milioni di minori lavorano, spesso a tempo pieno, e sono privati di un'educazione adeguata, una buona salute e del rispetto dei diritti umani fondamentali. Oltre 60 milioni di bambini non hanno nessun tipo di istruzione. In questi giorni girano molte immagini sui social media sul tema lavoro minorile. Cosa possiamo fare noi consumatori per assicurare un'infanzia ai bambini? Questo è un tema complesso.


Foto:  flickr.com GiveAwaySmile


L'articolo 12 della Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia afferma che i bambini ed i ragazzi hanno il diritto di essere gli attori della propria vita e di partecipare alle decisioni che li riguardano, mettendo in discussione in modo profondo e radicale gli atteggiamenti che danno per scontato che i bambini e i ragazzi debbano essere visti ma non ascoltati. 

Quando guardiamo giocare i nostri figli, i nostri cuori si riempiono di gioia. Quando crescono e ci chiedono un paio di Converse spesso li accontentiamo senza pensare a chi le ha confezionate. Sono molte le aziende multinazionali che sono state accusate per aver usato bambini come lavoratori.  Anche Apple ha scoperto tanti casi di lavoro minorile tra i suoi fornitori in Cina. Nel 2005 due Ong, la International Labor Rights Fund e la Global Exchange, denunciarono Nestlé e le sue aziende fornitrici per l'uso di manodopera ridotta in schiavitù e anche la Coca Cola è probabilmente una delle società multinazionali più boicottate del mondo. Con la globalizzazione le società multinazionali, ma non soltanto, hanno spostato la produzione nei paesi più poveri e per noi consumatori è più difficile seguire la politica.

Secondo l’Unicef sono più di 150 milioni i bambini nel mondo che svolgono impieghi che mettono a rischio la loro salute mentale e fisica e li condannano ad una vita senza svago né istruzione. Secondo l’organizzazione The Child Labor Coalition 25-30 bambini al giorno muoiono per lavoro. Il fenomeno del lavoro minorile è concentrato soprattutto nelle aree più povere del pianeta, in quanto sottoprodotto della povertà. Secondo i dati dell'ILO (International Labour Organization), nel mondo 74 milioni di bambini sono impiegati in varie forme di lavoro pericoloso, come il lavoro in miniera, a contatto con sostanze chimiche e pesticidi agricoli o con macchinari pericolosi. Inoltre, un milione di bambini sono ogni anno vittime di sfruttamento sessuale a fini commerciali. Una buona notizia però c'è. Secondo l’Unicef a partire dal 2002 si è verificata, soprattutto in America Latina e Caraibi, una diminuzione del 26% del numero di minori impiegati in lavori pericolosi. 
Cosa possiamo fare noi consumatori per combattere il lavoro minorile? Secondo l’ australiana Melanie Gow, Manager di World Vision Australia, boicottare non è sempre la soluzione migliore. Bisogna trovare delle strategie valide che durino nel tempo. Scrive che la società Levis Strauss offre istruzione ai bambini sotto 14 anni invece di lavoro e li prende poi a lavorare dopo che hanno finito gli studi. Scrive che noi consumatori possiamo far sentire la nostra voce, scrivendo ai nostri negozi preferiti e chiedere se i loro fornitori usano minori per lavorare. Cercando su internet ci sono anche dei petizioni da firmare. Anche campagne come Fair trade possono fare molto.

Intanto, cerchiamo di informarci prima di comprare e di non dare troppa importanza alla pubblicità che ci circonda. Cerchiamo di pensare al bene dei bambini. Per quanto ci riusciamo.





Si può lasciare morire un figlio per fede religiosa?

Secondo me non si tratta di fede religiosa ma di una mentalità estrema e troppo ristretta. Come potrebbe mai un Dio volere che i genitori non facciano del tutto per salvare i propri figli? Sono una dozzina i bambini che negli Stati Uniti muoiono ogni anno perché i genitori non li fanno curare, secondo il docente universitario Shawn Francis Peters. I signori Herbert and Catherine Schaible di Philadelphia hanno lasciato morire due figli negando loro le cure necessarie. Sono stati arrestati ed accusati di omicidio colposo.
Foto: flickr.com Eman203
Dopo la morte del loro figlio di 2 anni, nel 2009 i genitori avevano garantito al giudice di non lasciare morire un altro figlio senza fargli avere le cure mediche. Il bambino era affetto di polmonite e non è stato curato. Erano stati messi in libertà vigilata e dovevano seguire un programma di controlli di salute per i figli. Ma qualcosa andò storto e questi controlli non furono svolti. Ora è successo di nuovo. Il loro nono figlio è morto a solo 8 mesi e questa volta non hanno scampo. I genitori saranno condannati ad almeno 14 anni di prigione. 

“Le medicine sono contro la nostra fede religiosa” ha detto il padre. “Cristo è morto per noi sulla croce per distruggere il potere del diavolo. Crediamo nella guarigione divina.”Non sono stati rilasciati su cauzione sebbene il loro avvocato dicesse che non sono pericolosi per la società. “Sono in prigione per la loro fede”, disse l’avvocato Bobby Hoof. Descrive la sofferenza del padre come il lutto che qualunque padre avrebbe per un figlio morto.

Sono molte le sette religiose  Coloro che interpretano la Bibbia in questo modo sono in America ma anche nel resto del mondo. I Testimoni di Geova vengono criticati in tutto il mondo perché rifiutano la trasfusione di sangue. In Italia è successo che dei medici sono stati denunciati da testimoni di Geova per aver cercato di salvare loro la vita con trasfusioni di sangue. Una volta ho chiesto perché a una mia amica di questa fede e mi ha risposto con un sorriso sereno: “Io sarei felice di morire per la fede se fosse necessario”, disse, “quanti martiri ci sono e ci sono stati in tutto il mondo?”. 
Io ho difficoltà ad accettare questo. Una mia cara amica sarebbe morta se non avesse accettato la trasfusione dopo il parto di suo figlio e tanti sono i casi come il suo. Non conosco l’interpretazione della Bibbia della setta di cui facevano parte i genitori del bambino morto ma i testimoni di Geova prendono alla lettera alcune parti della Bibbia come per esempio una parte della Genesi 9:3-6.

Nel libro “When Prayer Fails: Faith Healing, Children and the Law” l’autore Shawn Francis Peters descrive come la fede di alcuni genitori hanno ucciso centinaia di bambini nell’ultimo secolo e affronta la complessità legale in questi casi.

Ma io mi chiedo: chi siamo noi per dire ciò che vuole Dio? Con quale diritto può un genitore negare le cure a un figlio?